Bill e la grazia al fratello l’ultimo giorno di presidenza

In un precedente post avevo aspramente criticato la condotta tenuta dal presidente Trump circa la grazia concessa al suo “compagno di merende” Michael Flynn. Personalmente ho ritenuto “moralmente inaccettabile” una tale decisione, soprattutto in relazione alle implicazioni penali che vi sono state legate allo scandalo “Russigate” di cui Donald è stato “protagonista” indiscusso e Flynn uno dei probabili “sceneggiatori”.

Spulciando sul “webbe” mi sono imbattuto su un altro presidente la cui condotta non è stata diversa rispetto a quella “dell’uomo arancionetanto criticato.

Provando ad essere “intellettualmente onesti” non posso criticare l’attuale presidente e minimizzare quello di un altro che ha adottato una “linea” per certi versi simili a quella del presidente Trump.

Il  42° Presidente degli Stati Uniti d’America non è stato da meno. Indovina di chi parlo? Suvvia, l’hai capito! Divenuto famosissimo per il “Sexygate“, “Monica” e la moglie con le “palle”.

Esatto!! William Jefferson Clinton conosciuto anche con il “diminutivo” affettuoso di Bill.

Ho scoperto che proprio l’ultimo giorno della sua presidenza, il 20 gennaio 2001, Bill decise di concedere la bellezza di 141 grazie e commutare 36 pene. Fin qui nulla di assolutamente strano o illegittimo. Una scelta “insolita” che poteva essere ugualmente criticata visto fosse il suo ultimo giorno di presidenza e praticamente i suoi poteri  potevano considerarsi “limitati“.

[epcl_box type=”notice”]Nessuna disposizione costituzionale USA prevede poteri presidenziali limitati nel corso di un eventuale transazione. [/epcl_box]

Ca**o Bill, potevi riposarti l’ultimo giorno!

Il “fattaccio” stava nel fatto che uno dei beneficiari della grazia fosse Roger Clinton Jr, il suo fratellastro.

Bill insieme al fratello Roger

Il fatto

Ho cercato articoli del tempo (anno 2001) per capire meglio la vicenda. BBC News America è venuto in mio soccorso

“the former president’s younger half-brother, was pardoned for a 1985 cocaine-related offence. Roger Clinton pleaded guilty to the charge and served more than a year in prison. The presidential pardon erases his criminal record – but he was arrested and charged with drink driving in California a month after the pardon. He also faces a charge of disturbing the peace for allegedly challenging a nightclub doorman to a fight.”

I fatti riguardavano il “mezzo-fratello” di Bill per questioni inerenti la droga, scontando ben un’anno di prigione. La grazia presidenziale concessa da Bill, in favore del fratello Roger, ha prodotto l’effetto di “pulire” la fedina penale pertanto è come se il reato NON fosse mai avvenuto.

Complimenti Bill!” Neanche “S.B” è sceso a tanto..

Per farla breve, Bill l’ultimo giorno di presidenza usò la grazia presidenziale per favorire un membro della sua famiglia. Chapeau!

Un aneddoto “ironico” sta nel fatto che comunque l’America non si indignò per la grazia al fratello bensì per quella concessa, sempre lo stesso giorno, a “Marc Rich“.

La “grazia” che fa notizia

Il “perdono presidenziale” che sollevò  feroci critiche fu quello inerente il finanziere Marc Rich accusato di estorsione, evasione fiscale, commerci petroliferi illegali con l’Iran e di una cinquantina di altri reati. Era latitante in Svizzera da oltre quindici anni. 

La contestazione, che si trasformò molto presto in indignazione, stette nel fatto che Rich effettuò, nel corso del tempo, cospicue donazioni compiute a favore del Partito Democratico durante la presidenza Clinton. “Cavallo di Troia” che i Repubblicani non esitarono (giustamente) a strumentalizzare.

Questo clamore diede vita ad un procedimento giudiziario per accertare illeciti, compiuti da Clinton, inerenti il “presidential pardon“. L’indagine si concluse nel 2005 con un “nulla di fatto” ma continuarono i sospetti sulle donazioni di Rich al Partito Democratico e alla fondazione Clinton.

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